Descrizione
Sabato 21 dicembre 2024 alle ore 18:30 presso lo spazio espositivo Pallavicini22 Art Gallery in Viale Giorgio Pallavicini 22 a Ravenna, si inaugura la personale di Alessandra Dragoni “Un altro sempre” a cura di Veronica Lanconelli e con testo critico di quest’ultima a catalogo.
La mostra rimarrà allestita fino a domenica 12 gennaio 2025 e sarà aperta al pubblico dal 2 gennaio, dal martedì al sabato feriali dalle 17 alle 19 o anche su appuntamento all’indirizzo mail: pallavicini22.ravenna@gmail.com. Finissage domenica 12 gennaio dalle 17 alle 19.
Ingresso libero.
La mostra è inserita nel progetto di CARP APS “Con altri occhi. Appunti di fotografia contemporanea” a cura di Luca Piovaccari e Roberto Pagnani.
Le fotografie in mostra, come tutte quelle che ha scattato, da sempre, hanno un denominatore comune: la forma autobiografica. Sono autobiografiche non nel senso più letterale del termine, perché in fin dei conti in questa selezione non c’è la sua casa, né lei, né la sua famiglia né gli amici (che tuttavia ricorrono frequentemente nelle scatole del suo archivio). C’è un’unità di luogo (da Ravenna a Punta Marina, i posti che abita) e di tempo (sono state scattate tutte tra il 2021 e il 2024), ma soprattutto c’è uno stesso sguardo, uno stesso modo di vedere. Definirlo forse è impossibile, ma è semplice riconoscerlo. Ha a che fare con una determinata distanza dai soggetti (c’è un rapporto fra profondità di campo e profondità di sentimenti?), con una predilezione per scene sospese e persone che lo sono altrettanto. In che senso? Nel senso che sembrano, a guardarle bene, come tra il sonno e la veglia, in bilico tra completa immanenza e altrove, inconsciamente e delicatamente sovrappensiero, le cose e le persone. Forse è per questo che la sua attenzione spesso ricade sugli adolescenti, perché ogni adolescente è un’ambiguità su due gambe (è quello che è, quello che sogna di essere, quello che crede di essere e quello che diventerà), sui fiori (trasformazione, bellezza effimera, linguaggio in codice), su anziani in eleganti abiti fuori moda (che sembrano vivere nel loro glorioso passato), sui manifesti sfogliati (il tempo), sulla periferia, sulle scritte sopra i muri (messaggi in bottiglia e didascalie sibilline di quello che succede per strada). Un altro elemento caratteristico è che spesso i soggetti guardano in camera, e l’aspetto curioso è che anche gli oggetti o le immagini trovate lo fanno, o meglio, sembrano farlo. Se si presta attenzione, si noterà che è tutto pieno di occhi, veri, riprodotti, metaforici, nascosti, (ci sono davvero o è un’illusione, un sospetto, suo e nostro, per un curioso sistema di allerta ancestrale?) e guardano proprio verso di noi.
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