Descrizione
Il testo concede l’opportunità di affrontare temi intramontabili quali la difficoltà dei rapporti familiari e l’incidenza di questi sul destino di un individuo. Tutto quello che si fa appare condizionato e quando lo si fa sembra che qualcuno l’abbia già fatto prima, che ce l’abbia insegnato senza insegnarcelo. Si sviluppa un’analisi sulla ciclicità dei ruoli familiari che vengono tramandati involontariamente di generazione in generazione quasi come patrimonio genetico. Da questi non si esimono le colpe dei padri che condannano inevitabilmente i figli. Nel tentativo di spezzare questa catena, nel testo, si ricorre a un atto estremo e irreparabile. La violenza con cui si decide di affrontare la situazione è un tema più desueto e inquietante. Così inquietante perché più vicino alla nostra natura di quanto effettivamente si voglia ammettere. Per quanto la civilizzazione cerchi di progredire, la brutalità non abbandona l’uomo e si riattiva con impeto e facilità sorprendente. Ancora più interessante è questa violenza di mano femminile. Culturalmente si è meno inclini ad attendersi violenza da una donna, culturalmente una donna è meno incline ad esprimersi con violenza. Questo non vuol dire che le manchi un tratto naturalmente aggressivo. Grazie a questa operazione si coglie l’opportunità di elaborare un aspetto spesso represso e non gestito della personalità femminile.
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